Ebook: Il pulcino di Kant
Author: Giorgio Vallortigara
- Series: Biblioteca scientifica 70
- Year: 2023
- Publisher: Adelphi
- Language: Italian
- epub
« Quando si ragiona sui temi dell’origine della conoscenza è difficile liberarsi dell’argomento,
in apparenza decisivo, a favore dell’empirismo, secondo cui sarebbe impossibile, anche nelle condizioni meglio controllate, essere certi che un organismo sia stato privato di ogni genere di esperienza. Verissimo. Ma il punto non è dimostrare che un qualche barlume di conoscenza
è presente in assenza di qualsivoglia esperienza, bensì dimostrare che una certa specifica esperienza è necessaria perché quel barlume di conoscenza si riveli ».
Le ricerche di Giorgio Vallortigara, uno degli scienziati italiani più noti a livello internazionale
per le sue indagini sui meccanismi neurali della cognizione animale, stanno ridisegnando il confine tra la biologia e il mondo astratto delle speculazioni metafisiche. Ne è un esempio questo saggio affascinante sull’imprinting e l’origine della conoscenza che vede protagonisti i pulcini,
oggetto di studi sperimentali condotti per quasi trent’anni in parallelo con quelli sui neonati umani. Tali studi ci mostrano come, prima di qualsiasi esperienza specifica di apprendimento, un pulcino conosca le proprietà meccaniche degli oggetti e sappia che essi non solo occupano un determinato spazio con specifiche proprietà euclidee ma possono essere dotati di certe numerosità, che è in grado di stimare eseguendo in maniera non verbale e non simbolica
le quattro operazioni dell’aritmetica.
Così, fin dalla schiusa, il pulcino sa ravvisare gli indizi della presenza nel mondo di creature animate, quali un volto o la semovenza, presupposto per la costruzione di un cervello sociale. Alla luce di queste scoperte, la contrapposizione tra eredità e ambiente, natura e cultura appare irrimediabilmente datata. La mente, argomenta Vallortigara, non è una tabula rasa. L’apprendimento dall’esperienza è possibile solo se il sistema nervoso possiede in partenza
una struttura atta a favorirlo. Le ricerche sui pulcini corroborano dunque la tesi delle conoscenze innate sintetizzata da Lorenz nell’espressione « l’a priori kantiano è un a posteriori filogenetico ». Una sapienza di cui non siamo depositari esclusivi: condividiamo schemi di comportamento,
predisposizioni, emozioni, organizzazioni neurali con creature da cui ci dividono trecento milioni di anni di evoluzione. Come i piccoli dell’uomo, anche i « pulcini di Kant » cercano la mamma. Divertono, commuovono e fanno pensare.
Di Giorgio Vallortigara, docente di Neuroscienze e Cognizione animale all’Università di Trento, Adelphi ha pubblicato Cervelli che contano (2014, con Nicla Panciera) e Pensieri della mosca con la testa storta (2021).
in apparenza decisivo, a favore dell’empirismo, secondo cui sarebbe impossibile, anche nelle condizioni meglio controllate, essere certi che un organismo sia stato privato di ogni genere di esperienza. Verissimo. Ma il punto non è dimostrare che un qualche barlume di conoscenza
è presente in assenza di qualsivoglia esperienza, bensì dimostrare che una certa specifica esperienza è necessaria perché quel barlume di conoscenza si riveli ».
Le ricerche di Giorgio Vallortigara, uno degli scienziati italiani più noti a livello internazionale
per le sue indagini sui meccanismi neurali della cognizione animale, stanno ridisegnando il confine tra la biologia e il mondo astratto delle speculazioni metafisiche. Ne è un esempio questo saggio affascinante sull’imprinting e l’origine della conoscenza che vede protagonisti i pulcini,
oggetto di studi sperimentali condotti per quasi trent’anni in parallelo con quelli sui neonati umani. Tali studi ci mostrano come, prima di qualsiasi esperienza specifica di apprendimento, un pulcino conosca le proprietà meccaniche degli oggetti e sappia che essi non solo occupano un determinato spazio con specifiche proprietà euclidee ma possono essere dotati di certe numerosità, che è in grado di stimare eseguendo in maniera non verbale e non simbolica
le quattro operazioni dell’aritmetica.
Così, fin dalla schiusa, il pulcino sa ravvisare gli indizi della presenza nel mondo di creature animate, quali un volto o la semovenza, presupposto per la costruzione di un cervello sociale. Alla luce di queste scoperte, la contrapposizione tra eredità e ambiente, natura e cultura appare irrimediabilmente datata. La mente, argomenta Vallortigara, non è una tabula rasa. L’apprendimento dall’esperienza è possibile solo se il sistema nervoso possiede in partenza
una struttura atta a favorirlo. Le ricerche sui pulcini corroborano dunque la tesi delle conoscenze innate sintetizzata da Lorenz nell’espressione « l’a priori kantiano è un a posteriori filogenetico ». Una sapienza di cui non siamo depositari esclusivi: condividiamo schemi di comportamento,
predisposizioni, emozioni, organizzazioni neurali con creature da cui ci dividono trecento milioni di anni di evoluzione. Come i piccoli dell’uomo, anche i « pulcini di Kant » cercano la mamma. Divertono, commuovono e fanno pensare.
Di Giorgio Vallortigara, docente di Neuroscienze e Cognizione animale all’Università di Trento, Adelphi ha pubblicato Cervelli che contano (2014, con Nicla Panciera) e Pensieri della mosca con la testa storta (2021).
Download the book Il pulcino di Kant for free or read online
Continue reading on any device:
Last viewed books
Related books
{related-news}
Comments (0)