Ebook: Differenza e negazione. Per una filosofia positiva
Author: Luigi Tarca
- Series: Il pensiero e la storia
- Year: 2001
- Publisher: La Città del Sole
- Language: Italian
- pdf
La nostra epoca sta assistendo a un'accelerazione vertiginosa del processo d'illimitata trasformazione dell'intera realtà ad opera dell'agire umano.
Ciò manifesta oggi come illusoria qualsiasi pretesa di individuare qualcosa di immodificabile o irrevocabile, e spalanca quindi come possibile scenario quello in cui tutto può venire negato, cioè criticato e distrutto.
Il problema è che pensare un orizzonte alternativo al nichilismo signfica in qualche modo prendere le distanze dall'intera tradizione culturale dell'Occidente, come hanno avvertito i pensatori più profondi del Novecento (Wittgenstein, Heidegger, Severino). Tuttavia qualsiasi forma di rifiuto della nostra tradizione finirebbe per riproporre in pieno il problema, perché significherebbe rinnegare la nostra civiltà, proprio in quanto questa è espressione della logica della negazione, e quindi equivarrebbe per ciò stesso a riaffermarne il carattere essenziale.
Così la vera alternativa rimane una filosofia positiva, capace cioè di distinguere la differenza dalla negazione e con ciò di venire a capo della questione decisiva: come è possibile assumere un atteggiamento filosoficamente, cioè universalmente, positivo, dal momento che questo, appunto in quanto universale, deve riferirsi pure al negativo?
Tra l'altro, offrire una risposta adeguata a questa domanda rende possibile, in una dimensione culturale ormai inevitabilmente planetaria, dare vita ad un pensiero capace di unificare in maniera armonica filosofia occidentale e spiritualità orientale, tecnica e sapienza, pratica e verità.
Ciò manifesta oggi come illusoria qualsiasi pretesa di individuare qualcosa di immodificabile o irrevocabile, e spalanca quindi come possibile scenario quello in cui tutto può venire negato, cioè criticato e distrutto.
Il problema è che pensare un orizzonte alternativo al nichilismo signfica in qualche modo prendere le distanze dall'intera tradizione culturale dell'Occidente, come hanno avvertito i pensatori più profondi del Novecento (Wittgenstein, Heidegger, Severino). Tuttavia qualsiasi forma di rifiuto della nostra tradizione finirebbe per riproporre in pieno il problema, perché significherebbe rinnegare la nostra civiltà, proprio in quanto questa è espressione della logica della negazione, e quindi equivarrebbe per ciò stesso a riaffermarne il carattere essenziale.
Così la vera alternativa rimane una filosofia positiva, capace cioè di distinguere la differenza dalla negazione e con ciò di venire a capo della questione decisiva: come è possibile assumere un atteggiamento filosoficamente, cioè universalmente, positivo, dal momento che questo, appunto in quanto universale, deve riferirsi pure al negativo?
Tra l'altro, offrire una risposta adeguata a questa domanda rende possibile, in una dimensione culturale ormai inevitabilmente planetaria, dare vita ad un pensiero capace di unificare in maniera armonica filosofia occidentale e spiritualità orientale, tecnica e sapienza, pratica e verità.
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