Ebook: Essenza del nichilismo

In questo del 1972 (ampliato nel 1982) che è il libro più noto di Emanuele Severino, viene trattata innanzitutto l'essenza della civiltà occidentale: essa consiste nel nichilismo definito come l'identificazione tra l'essere e il nulla. Al di sotto delle espressioni di superficie (anche di quelle come l'aristotelico principio di non contraddizione che si propongono di rendere netta l'opposizione tra essere e nulla), l'Occidente pensa nel suo inconscio che essere e nulla, nel divenire, mutano uno nell'altro: *quindi* diventano l'altro, si identificano all'altro. Non solo, ma da Melisso in poi, ci si può proporre di dimostrare l'esistenza di un ente necessario, solo perché si parte da enti che divengono nel tempo.
Nell'opera è anche discusso il senso e il limite di una "salvezza" della verità dell'essere, e del percorso di liberazione della verità dalla contraddizione (il parmenideo "sentiero del giorno"). Temi che comunque hanno trovato una risposta più chiara e strutturata solo in seguito, ma che qui ricevono nuovi punti fermi, come l'impossibilità che la "salvezza" giunga alla verità dall'uomo: la verità può salvarsi, se così è destinato, solo da sé. Ma si salverà? La risposta affermativa giungerà in *Destino della necessità* (1980).
Ma in questo scritto non si potrebbe parlare di "essenza del nichilismo" senza parlare di quella *struttura originaria della verità dell'essere*, sulla quale è fondata ogni diagnosi di errore e di nichilismo. Si richiamano e approfondiscono quindi i temi centrali de *La struttura originaria* (1958, ampliata 1981), giungendo ad uno dei risultati più interessanti, ovvero che il divenire non è solo impossibile, ma anche non attestato dall'esperienza. L'autentico divenire dunque non è il passaggio dall'essere al nulla e viceversa, ma il comparire e scomparire di enti che sempre sono.