Ebook: L’infinito nella scienza. Infinity in science
- Genre: Science (General) // International Conferences and Symposiums
- Year: 1987
- Publisher: Istituto della Enciclopedia Italiana
- Language: Italian, English, French
- pdf
Atti del convegno "L'infinito nella scienza", Roma, 7-11 gennaio 1986, Istituto della Enciclopedia Italiana e Istituto Gramsci.
Siamo oggi arrivati a capire che l'universo potrebbe essere infinito, ma può essere finito. Sappiamo che è in espansione e che l'espansione potrebbe proseguire all'infinito o arrestarsi e tornare indietro. E abbiamo fondata fiducia che fra qualche anno o decennio saremo in grado di risolvere il dilemma. Sappiamo çhe se l'universo fosse infinito e statico avremmo da fare i conti con il cosiddetto paradosso di Olbers, per cui il cielo notturno dovrebbe avere splendore infinito (o, più realisticamente, lo splendore del sole).
L'uomo può "pensare" l'infinito. Ma siamo sicuri che sia così? Si tratta di un vero e proprio "concetto", di qualche cosa che possiamo afferrare e intuire nelle sue qualità distintive, oppure della mera "negazione" di un concetto, come è suggerito dalla stessa denominazione (á-peiron in greco, in-finitum in latino e nelle lingue derivate, un-endlich in tedesco, e così via)?
Non c'è dubbio che per molto tempo questa negatività sia apparsa proprio come la connotazione saliente dell'infinito. Ma, paradossalmente, essa può anche risultare motivata, o almeno suggerita, da una contraddittorietà del "finito" e dalla conseguente impossibilità di pensare chiaramente quest'ultimo. È infatti il finito che con la sua "delimitazione" sembra necessariamente rimandare all' "altro-da sé" e quindi alla propria negazione.
Siamo oggi arrivati a capire che l'universo potrebbe essere infinito, ma può essere finito. Sappiamo che è in espansione e che l'espansione potrebbe proseguire all'infinito o arrestarsi e tornare indietro. E abbiamo fondata fiducia che fra qualche anno o decennio saremo in grado di risolvere il dilemma. Sappiamo çhe se l'universo fosse infinito e statico avremmo da fare i conti con il cosiddetto paradosso di Olbers, per cui il cielo notturno dovrebbe avere splendore infinito (o, più realisticamente, lo splendore del sole).
L'uomo può "pensare" l'infinito. Ma siamo sicuri che sia così? Si tratta di un vero e proprio "concetto", di qualche cosa che possiamo afferrare e intuire nelle sue qualità distintive, oppure della mera "negazione" di un concetto, come è suggerito dalla stessa denominazione (á-peiron in greco, in-finitum in latino e nelle lingue derivate, un-endlich in tedesco, e così via)?
Non c'è dubbio che per molto tempo questa negatività sia apparsa proprio come la connotazione saliente dell'infinito. Ma, paradossalmente, essa può anche risultare motivata, o almeno suggerita, da una contraddittorietà del "finito" e dalla conseguente impossibilità di pensare chiaramente quest'ultimo. È infatti il finito che con la sua "delimitazione" sembra necessariamente rimandare all' "altro-da sé" e quindi alla propria negazione.
Download the book L’infinito nella scienza. Infinity in science for free or read online
Continue reading on any device:
Last viewed books
Related books
{related-news}
Comments (0)