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Ebook: Elogio della guerra

Author: Massimo Fini

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30.01.2024
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"Elogio della guerra" è un saggio scritto dal giornalista Massimo Fini, redatto nella sua prima edizione nel 1989. Il libro tratta il tema della guerra nelle forme e nelle interpretazioni che, secondo l'autore, l'uomo vi ha dato durante i secoli; analizzando le cause, le ragioni, le moralità e le pulsioni che spingono ed hanno spinto i popoli alla guerra e ai conflitti che da sempre hanno imperversato nelle società, dalle più arcaiche alle più moderne.

"Elogio della guerra" è parte di una trilogia con "La Ragione aveva Torto?" e "Il denaro, «sterco del demonio»".

Dalla 2° edizione (Marsilio, 1999):
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La guerra: le sue funzioni, le sue ragioni, le sue pulsioni, la sua moralità. Per migliaia di anni è stato un evento fondante per gli uomini e per i popoli, ha creato e distrutto equilibri, ha determinato il ruolo degli Stati e delle Nazioni e i loro rapporti di forza, ha marchiato il nostro modo di essere, ha contribuito a formarci. Poi, con la Bomba e il ricatto atomico incrociato, la guerra è diventata il tabù dei tabù.
Oggi, con le drammatiche vicende jugoslave, la guerra ribussa alle nostre porte, torna di attualità, anche in Europa. E torna di attualità anche questo pamphlet di Massimo Fini, apparso una prima volta dieci anni fa quando la guerra non solo sembrava impossibile ma era addirittura impensabile.

MASSIMO FINI, giornalista e scrittore, dopo essere stato inviato per vent’anni dell’«Europeo» è oggi editorialista de «Il Tempo», «Il Giorno», «La Nazione», «Il Resto del Carlino» e ha partecipato alla rifondazione de «Il Borghese». Figura singolare, per la sua indipendenza, nel panorama giornalistico e intellettuale italiano ha pubblicato saggi radicalmente controcorrente fra cui La Ragione aveva Torto? (Camunia 1985), Nerone, duemila anni di calunnie (Mondadori 1993) e il recente e fortunato II denaro «Sterco del demonio» (Marsilio 1998), alla sua terza edizione.


Note Biografiche:
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Massimo Fini nel 1985 pubblica il suo primo saggio, "La Ragione aveva Torto?". Da quel momento Fini, conosciuto come giornalista di cronaca ed editorialista assume una posizione critica verso alcune delle ideologie principali del mondo moderno, come l'industrialismo, l'ottimismo, l'attenzione spasmodica nei confronti della crescita economica fino a giungere al j'accuse contro la democrazia rappresentativa ("Sudditi. Manifesto contro la democrazia", 2004). Tutta l'opera saggistica di Fini si fonda sulla critica verso il mondo moderno e la cosidetta globalizzazione, a sua opinione figli del pensiero liberale e anche del marxismo.

A parere di Fini: « Capitalismo e marxismo sono due facce della stessa medaglia. Nati entrambi in occidente, figli della Rivoluzione industriale, sono illuministi, modernisti, progressisti, positivisti, ottimisti, materialisti, economicisti, hanno il mito del lavoro e pensano entrambi che industria e tecnologia produrranno una tale cornucopia di beni da far felice l'intera umanità. Si dividono solo sul modo di produrre e di distribuire tale ricchezza. »

Massimo Fini ha dichiarato in alcune occasioni di sentirsi un anarchico individualista. Accusato di essere vicino alle posizioni dell'estrema destra sociale, Fini costruisce una sintesi di concetti citando spesso pensatori come Alain De Benoist (il fondatore della Nuova Destra), il fascista tradizionalista Julius Evola, Friedrich Nietzsche, Serge Latouche e Jean-Jacques Rousseau. Il pensiero di Fini si avvicina per alcune caratteristiche a quello degli anarco-individualisti e anarco-primitivisti, nonché di alcuni "libertari" statunitensi isolazionisti (es. Ron Paul) che vorrebbero ridurre lo Stato ai minimi termini.
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