Online Library TheLib.net » La lingua di Babilonia
Fondata nel III millennio e divenuta da piccolo villaggio a grande capitale di un enor- me impero sotto Hammurapi (1792-1750 a.C.) nella prima metà del II millennio a.C., Babilonia avrà momenti di eccezionale sviluppo e periodi di decadenza, mantenendo però, sino alla fine della cultura scritta cuneiforme, un ruolo di primaria importanza letteraria, culturale e religiosa su tutti i popoli della Mezzaluna fertile. Le tavolette di argilla, iscritte in caratteri cuneiformi, cotte volontariamente o seccate al caldo sole della Mesopotamia o nei roghi dei palazzi distrutti dalle fiamme, si sono mantenute inalterate o quasi per millenni, giungendo sino a noi e fornendoci fondamentali informazioni per la ricostruzione della storia del mondo antico preclassico, non solo della Babilonia, ma anche di tutti i popoli con cui essa venne in contatto. Nei suoi oltre due millenni di storia epigrafica ininterrotta, il patrimonio letterario, religioso, storico, legale, amministrativo è impressionante e ci fornisce notizie che sono spesso, per qualità e quantità, più ricche di quelle che possediamo per la storia dell'Europa in molti periodi del nostro medioevo. Babilonia nella storiografia d'Occidente Il nome e l'importanza storico-culturale di Babilonia, e di molte altre capitali del mondo antico mesopotamico quali Assur, Ninive, Uruk e Ur, dopo la scomparsa della cultura cuneiforme si erano mantenuti alla memoria dei periodi seguenti essenzialmente attraverso due filoni documentari, gli scrittori Greci e il testo dell'Antico Testamento. Quest'ultimo, come abbiamo detto, presenta Babilonia e la Mesopotamia con tratti fortemente negativi, rappresentando queste, agli occhi degli scrittori giudaici, quell'idolatria contro la quale si scagliava l'ortodossia monoteista. Le vicende dell'Israele antico, che si scontrò con i grandi e potenti regni mesopotamici dell'Assiria e della Babilonia, scontro culminato nel VI secolo a.C. con la cattività babilonese che durò circa 70 anni, bene evidenziano storicamente l'aporia politica e ideologica che contrappose Israele alla Mesopotamia. Meno connotato religiosamente e ideologicamente, ma allo stesso modo fuorviante, è l'atteggiamento che il mondo greco ebbe nei confronti dei predecessori orientali della Terra tra i due fiumi. Nonostante l'apertura dei Greci alle conquiste intellettuali e scientifiche dei Mesopotamici, nel campo matematico e astronomico essenzialmente, se si eccettuano le ambigue informazioni di Erodoto, l'interesse greco appare rivolto essenzialmente alla Persia, con la quale il mondo ellenico si era scontrato direttamente e che aveva sconfitto, piuttosto che a Babilonia. Questo disinteresse è alla base della compilazione di un testo storico-culturale che un prete scongiuratore caldeo di Babilonia vissuto a cavallo tra IV e III secolo a.C., Berosso (ca. 350-270 a.C.; il nome rappresenta la lettura greca del babilonese Bel-re'ussu, "Il dio Bel è il suo pastore/guida"), dedicò al re macedone Antioco I (324-261 a.C.), proprio con l'intento di mostrare ai nuovi conquistatori greci e alla loro società l'antichità e la ricchezza della tradizione culturale di Babilonia. Il suo testo in tre libri, denominato Ta Babyloniakà o Ta Kaldaikà (''Le cose babilonesi" o "caldee", dal nome dei Caldei, l'ultimo popolo ad abitare Babilonia prima della conquista di Ciro nel 539 a.C.), intendeva presentare al sovrano di lingua greca la lunga storia di Babilonia e dell'Assiria, dal racconto dell'inizio della loro civiltà e del diluvio universale fino ad arrivare ad Alessandro Magno. Lo stesso Alessandro Magno, La riscoperta archeologica che proprio a Babilonia era morto nel 323 a.C., voleva fare della città la sua capitale, e se la sua prematura scomparsa non glielo avesse impedito, forse Babilonia avrebbe avuto un secondo straordinario momento di sviluppo e potere. In realtà, ben presto la conoscenza della Babilonia antica scomparve nella tradizione greca ed ellenizzata, e di essa restò solamente la pallida ombra dell'antica grandezza in riferimenti casuali dei testi.3 La riscoperta archeologica della Babilonia storica e la decifrazione delle scritture cuneiformi A cominciare dai primi decenni del XIX secolo le due superpotenze di Francia e Inghilterra, che operavano con funzionari diplomatici in Medio Oriente, all'epoca territorio provinciale dell'Impero ottomano, presero a interessarsi sempre più entusiasticamente delle antichità preclassiche dell'area mesopotamica. Nell'epoca dell'Illuminismo erano stati fondati due grandi musei, il British Museum (1753) e il Musée du Louvre (1793), che, oltre a contenere tesori artistici e storici di valore assoluto, dovevano rappresentare al mondo con le loro collezioni la ricchezza e l'importanza delle nazioni che li ospitavano. Iniziò così una sorta di competizione a livello planetario tra i due paesi e le loro istituzioni culturali per accaparrarsi oggetti da esposizione da qualsiasi parte del mondo e a qualsiasi costo.

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