Ebook: Mithriaca IV: Le monument d’Ottaviano Zeno et le culte de Mithra sur le Célius
Author: Maarten Jozef Vermaseren
- Genre: History // Archaeology
- Series: Études préliminaires aux religions orientales dans l’empire romain (= Religions in the Graeco-Roman World) 16/4
- Year: 1978
- Publisher: Brill Academic Publishers
- Language: French
- pdf
Il professor Maarten Vermaseren, che senza dubbio è il massimo specialista del mitraismo dopo la Seconda Guerra mondiale e dopo la scomparsa di F. Cumont, continua la sua serie di Mithraica con il IV volume. Questa eruditissima ed elegantissima puhblicazione è destinata a quel pubblico che anche oggi, in questo «âge de fer et de béton (come si esprime l'autore nella Prefazione, a p. 1), intende conservare la memoria dell'Antichità classica.
Per chi ha seguito le vicende degli studi mitraici almeno da F. Cumont in poi, questo volume del Vermaseren porta con sè una gradita sorpresa: il ritrovamento di uno dei monumenti più importanti del mitraismo, rinvenuto nel XVI secolo da Ascanio Magarozzi nella sua vigna al Celio e proveniente da un mitreo dal quale venivano pure alcuni monumenti della collezione di Girolamo Altieri (la cui vigna deve essere stata contigua a quella del Magarozzi: cfr. p. 6). Nella sua guida pubblicata a Venezia nel 1562, col titolo Delle statue antiche, che per tutta Roma, in diversi luoghi, e case si veggono, Ugo Aldroandi descrive il rilievo con le seguenti parole: «Vi è una tavola marmorea, dove di mezo rilievo è un'huomo, che ammazza un Toro, e un cane morde il Toro, un Serpe li punge il ginocchio, un Scorpione, i testicoli; Sono poi à piè d'un albero, un Scorpione, una face, e Ia testa d'un Toro. De Ia parte di dietro è una Colomba, di sopra è il Sole, e Ia Luna, con molti altri vaghi ornamenti. È una de le belle scolture in marmo, che in tutta Roma si vegga» (p. 2). Il monumento si trovava nel 1564 nella collezione di Ottaviano Zeno, «in aedibus Octaviani Zeno prope theatrum Pompeii et campum Forae» (Antonio Lafréri, Speculum Romanae magnificentiae, cit., a p. 7), dalla quale passa poi alla Villa Borghese (p. 14). Alla fine del XIX secolo, il monumento è entrato in possesso di Guido Bezzi e più tardi è stato venduto al Museo d'Archeologia e d'Etnologia di Sao Paulo.
Per chi ha seguito le vicende degli studi mitraici almeno da F. Cumont in poi, questo volume del Vermaseren porta con sè una gradita sorpresa: il ritrovamento di uno dei monumenti più importanti del mitraismo, rinvenuto nel XVI secolo da Ascanio Magarozzi nella sua vigna al Celio e proveniente da un mitreo dal quale venivano pure alcuni monumenti della collezione di Girolamo Altieri (la cui vigna deve essere stata contigua a quella del Magarozzi: cfr. p. 6). Nella sua guida pubblicata a Venezia nel 1562, col titolo Delle statue antiche, che per tutta Roma, in diversi luoghi, e case si veggono, Ugo Aldroandi descrive il rilievo con le seguenti parole: «Vi è una tavola marmorea, dove di mezo rilievo è un'huomo, che ammazza un Toro, e un cane morde il Toro, un Serpe li punge il ginocchio, un Scorpione, i testicoli; Sono poi à piè d'un albero, un Scorpione, una face, e Ia testa d'un Toro. De Ia parte di dietro è una Colomba, di sopra è il Sole, e Ia Luna, con molti altri vaghi ornamenti. È una de le belle scolture in marmo, che in tutta Roma si vegga» (p. 2). Il monumento si trovava nel 1564 nella collezione di Ottaviano Zeno, «in aedibus Octaviani Zeno prope theatrum Pompeii et campum Forae» (Antonio Lafréri, Speculum Romanae magnificentiae, cit., a p. 7), dalla quale passa poi alla Villa Borghese (p. 14). Alla fine del XIX secolo, il monumento è entrato in possesso di Guido Bezzi e più tardi è stato venduto al Museo d'Archeologia e d'Etnologia di Sao Paulo.
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