Ebook: Gli strumenti del comunicare
Author: McLuhan Marshall
Da quando, negli anni Sessanta, si imposero al grande pubblico, le opere di McLuhan hanno dato luogo a equivoci e banalizzazioni. La forma stessa della scrittura — brillante e apodittica, paradossale e provocatoria — consentiva di condensare in alcuni slogan di sicuro effetto le analisi dell’autore. Il
quale, più che tra i sociologi o i critici letterari, trova ormai adeguata collocazione tra gii «storici della civiltà», come Toynbee e Riesman, Mumford e Gordon Childe, Snow e Innis, maestro riconosciuto, quest’ultimo, di McLuhan.
Elemento essenziale della nostra civiltà sono, per McLuhan, i media, i mezzi di comunicazione di massa. E non soltanto stampa, radio, cinema, televisione, ma anche l’elettricità, l’abbigliamento, l’automobile, il denaro, l’orologio, le armi ecc.; tutti quei media, cioè, che possono essere intesi come «prolungamenti» tecnologici dei sensi umani.
McLuhan elaborò originali criteri di comprensione di questi «strumenti dei comunicare». In particolare sostenne la necessità di analizzare la forma in cui ciascuno di essi tende a organizzare il proprio eventuale contenuto, a imporre particolari condizioni di fruizione, a diventare metafora di un’epoca e di una società. E soprattutto, come sottolinea Giovanni Cesareo introducendo questa nuova edizione dell’opera maggiore di McLuhan, seppe cogliere «l’importanza strutturaledei rapporti di percezione e di scambio sul terreno del simbolico accanto all’importanza dei rapporti di produzione e
di scambio sul terreno dei beni materiali». Ma anche questa è una direzione di ricerca che è stata disattesa o fraintesa. Ecco perché oggi vale la pena di rileggere McLuhan.
Marshall McLuhan (Edmonton 1911 - Toronto 1980) è considerato uno dei massimi studiosi delle comunicazioni. Tra le sue opere: La sposa meccanica: il folclore dell'uomo industriale(1951), La galassia Gutenberg; nascita dell’uomo tipografico(1962), Guerra e pace nel villaggio planetario(1968).
quale, più che tra i sociologi o i critici letterari, trova ormai adeguata collocazione tra gii «storici della civiltà», come Toynbee e Riesman, Mumford e Gordon Childe, Snow e Innis, maestro riconosciuto, quest’ultimo, di McLuhan.
Elemento essenziale della nostra civiltà sono, per McLuhan, i media, i mezzi di comunicazione di massa. E non soltanto stampa, radio, cinema, televisione, ma anche l’elettricità, l’abbigliamento, l’automobile, il denaro, l’orologio, le armi ecc.; tutti quei media, cioè, che possono essere intesi come «prolungamenti» tecnologici dei sensi umani.
McLuhan elaborò originali criteri di comprensione di questi «strumenti dei comunicare». In particolare sostenne la necessità di analizzare la forma in cui ciascuno di essi tende a organizzare il proprio eventuale contenuto, a imporre particolari condizioni di fruizione, a diventare metafora di un’epoca e di una società. E soprattutto, come sottolinea Giovanni Cesareo introducendo questa nuova edizione dell’opera maggiore di McLuhan, seppe cogliere «l’importanza strutturaledei rapporti di percezione e di scambio sul terreno del simbolico accanto all’importanza dei rapporti di produzione e
di scambio sul terreno dei beni materiali». Ma anche questa è una direzione di ricerca che è stata disattesa o fraintesa. Ecco perché oggi vale la pena di rileggere McLuhan.
Marshall McLuhan (Edmonton 1911 - Toronto 1980) è considerato uno dei massimi studiosi delle comunicazioni. Tra le sue opere: La sposa meccanica: il folclore dell'uomo industriale(1951), La galassia Gutenberg; nascita dell’uomo tipografico(1962), Guerra e pace nel villaggio planetario(1968).
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