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Ebook: Gli ultimi giorni dell'umanità. Tragedia in cinque atti con preludio ed epilogo

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27.01.2024
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Gli ultimi giorni dell'umanità stanno al
centro dell’o p era di Karl Kraus, come il
Minotauro nel labirinto. Tutti i suoi sag­
gi, i suoi aforismi, i suoi pamphlets, le
sue liriche convergono verso questo te­
sto di teatro irrappresentabile, che acco­
glie in sé tutti i generi e gli stili letterari,
così come la realtà di cui parla — quel-
l'irrappresentabile evento che fu la pri­
ma guerra mondiale — racchiudeva in sé
le più sottili e inedite varietà dell’orrore.
Per Kraus, fin dall'inizio, la guerra fu
un intreccio allucinatorio di voci, dal
« quotidiano, ineludibile, o rrendo grido:
Edizione straordinaria! » alle chiacchiere
dei capannelli, dalle dichiarazioni tronfie
e ignare dei Potenti ai ‘pezzi di colore’
della stampa, sino all'inarticolato lamen­
to delle vittime. « Non c’è una sola voce
che Kraus abbia lasciato perdere, era in­
vasato da ogni specifico accento della
guerra e lo riproduceva con forza strin­
gente », ha scritto Elias Canetti, che a
Vienna ascoltò molte volte Kraus mentre
leggeva in teatro scene degli Ultimi gior­
ni. Così, mentre i più illustri scrittori del
tempo, salvo rarissime eccezioni, davano
una prova miserevole di sé, partecipan­
do baldanzosi, da una parte o dall’altra,
all’esaltazione bellica, Kraus fu l’unico
che riuscì a catturare quell’evento imma­
ne in tutti i suoi aspetti, e nel momento
stesso in cui accadeva, sulla pagina scrit­
ta: « La guerra mondiale è entrata com­
pletamente negli Ultimi giorni dell'umani­
tà, senza consolazioni e senza riguardi,
senza abbellimenti, edulcoramenti, e so­
prattutto, questo è il punto più impor­
tante, senza assuefazione » (Canetti). Per
giungere a tanto, Kraus dovette abban­
donarsi a un rovente delirio, a una pe­
renne peregrinazione sciamanica attra­
verso le voci, sui mille teatri della guerra,
dalle trincee ai Quartier Generali, dai
luoghi di villeggiatura ai palazzi imperia­
li, dagli interni borghesi ai caffè. Il risul­
tato si presen ta come un imponente
« masso erratico » nella letteratura del
Novecento e spezza ogni categoria: pri­
ma fra tutte quella della « tragedia », a
cui allude il sottotitolo con dolorosa iro­
nia. Perché la tragedia presuppone al­
meno la coscienza della colpa: mentre
qui centinaia di personaggi — fra i quali
incontriam o i due imperatori, Francesco
G iu sep p e e G uglielm o II e vari Potenti
maligni, ma anche una loquace giornali­
sta e tanti di quei liberi lettori di giornali
che co m pongo no la voce delle masse —
in un solo carattere concordano: una
spaventosa comicità, data dalla loro co­
mune inconsapevolezza di ciò che provo­
cano e che subiscono, paghi come sono
di trasmettersi frasi fatte e di « portare
la loro pietruzza » sull’altare dove si at­
tendono le sacre nozze fra la Stupidità e
la Potenza. Come Kraus aveva già visto
tutte le atrocità della guerra nella affabi­
le vita viennese dei primi anni del Nove­
cento, così nella prima gu erra mondiale
vide con perfetta chiarezza non solo il
nazismo (che qui appare mirabilmente
descritto prim a ancora che il nome esi­
stesse), ma gli anni in cui viviamo: l'età
del massacro. Perciò a noi, come ai lettori
di allora, si rivolgono le parole con cui
Kraus introduceva gli Ultimi giorni: « I
frequentatori dei teatri di questo mondo
non saprebbero reggervi. Perché è san­
gue del loro sangue e sostanza della so­
stanza di quegli anni irreali, inconcepibi­
li, irraggiungibili da qualsiasi vigile intel­
letto, inaccessibili a qualsiasi ricordo e
conservati soltanto in un sogno cruento,
di quegli anni in cui personaggi da o p e­
retta recitarono la tragedia dell’uma-
nità ».

Karl Kraus (1874-1936) fondò nel 1899
a Vienna una rivista, la « Fackel », che
per trentasette anni sparse senza tregua
« tradimento, terremoto, veleno e incen­
dio dal mundus intelligibilis » (Walter
Benjamin). Sulla rivista apparivano per
lo più i testi — saggi, glosse, polemiche,
aforismi, liriche — che Kraus poi rielabo­
rava e pubblicava in volume. Così avven­
ne anche per alcune scene degli Ultimi
giorni dell’umanità. Kraus scrisse la mag­
gio r parte del testo durante la guerra e
diede più volte lettura pubblica di alcu­
ne scene. Continuò poi a lavorarci fino
al 1922, quando ne apparve l’edizione
definitiva. Gli ultimi giorni dellumanità
vengono qui pubblicati per la prima vol­
ta al m o ndo in versione integrale (se si
eccettua una traduzione in cèco del 1933
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